Ti ricordo (by @barbara7319 on twitter)

La pendola del tempo si è fermata a quella notte, non batte e non avanza.
Mi guardo intorno, non posso tornare indietro ma non posso neppure andare avanti perché significherebbe buttarmi alle spalle tutto, perfino i ricordi.
E poi c’è questo silenzio, così assordante da farmi quasi paura.
Mi siedo, a gambe incrociate, su un pavimento troppo freddo.
E’ tutto fermo, solo la vita avanza tra le pareti strette di quella stanza.
Aspetto, ma tu non arrivi.
E’ passato così tanto tempo che non riesco a ricordare, a ricordarti.
La tua voce, ormai, è un sussurro lontano come una folata di vento improvvisa.
Chiudo gli occhi e finalmente ti vedo.
Ora sei lì, davanti a me, ed io divisa tra il desiderio feroce di un timido abbraccio e la speranza di vedere un tuo sorriso.

Ho paura.
Ho paura perché da quella sera tutto è cambiato, io stessa sono cambiata.
Sono bruciata e risorta dalle ceneri come un’araba fenice e penso, anzi ne sono sicura, che tu saresti contento di quella donna che sono diventata.
Si perché certi dolori, improvvisi, ti squarciano l’anima, arrivano e te la prendono per poi ridartela indietro così lacerata che neppure un bravo chirurgo sarebbe capace di ricucirla.
Certi dolori arrivano ma tu non sei preparato perché a certi dolori nessuno può prepararti. Devi solo saperli metabolizzare, con il tempo… forse.
Certi dolori ti mettono a tappeto come se fossi su un ring che mai avresti voluto calcare; non vinci, non perdi, ma devi solo imparare a non cadere perché se cadi sei fottuto.

Lo so, non vengo a trovarti spesso, non perché non pensi a te ma perché la tua nuova casa, detto tra noi, non mi piace affatto.
E’ troppo bianca e troppo fredda ed io non ce la faccio, è più forte di me.
Ti ricordo però, a modo mio.
Ti ricordo, toccando i tuoi oggetti che gelosamente conservo.
Ti ricordo, ascoltando i tuoi vecchi 45 giri.
Ti ricordo, guardando le foto.
Ti ricordo ogni singola notte ed in questo periodo ancora di più.
Vorrei dirti tante cose, vorrei dirti “mi manchi”, vorrei dirti “ti voglio bene”.
Non ho cancellato il tuo numero, è sempre lì memorizzato sulla mia rubrica e mi piacerebbe tanto chiamarti ma non posso perché dove sei tu, adesso, non c’è il telefono.
Un lieve sussulto, come una carezza lontana.
Una sensazione strana, una presenza che scappa improvvisamente.

Riapro gli occhi.
Tutto è ancora fermo anche se, lentamente, la pendola ha ripreso la sua corsa.
Mi guardo intorno e sorrido perché so che tu ci sarai sempre dentro ai miei ricordi, quelli che nessuno potrà mai portarmi via. Neppure il tempo.

Dedicato a mio padre.

Barbara per @tantipensieri

Foto dal web

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