Oltre me perché: la parola, la pagina, la poesia diventano per Triolo la via d’uscita, la possibilità di salvezza per eccellenza, ancestrale e insostituibile. Il verso spezzato e duro, la frammentazione dell’io e del ritmo sono funzionali all’intensità del dire, di cui l’autrice si fa portavoce determinata e profondamente autentica.
L’occhio incastrato nell’orbita
fissa
percorsi invisibili
che il mio demone rende sensibili
L’oltre me
mi ha segata in due
senza appartenermi
ma era/è un me
una specie di bestemmia
banale.
È ancora possibile voltare pagina.
(da Dedica, Edizioni DrawUp 2019)