Once upon a time

Il fruscio dei fogli di carta le riportarono alla memoria il canto delle sere ventose d’estate, quando i pensieri si fanno limpidi, accompagnati dalle onde del mare. In quelle pagine vi era tutta la sua vita narrata al ritmo del cuore. Il racconto non seguiva la linea del tempo, bensì l’imprevedibile pennello dell’animo che mescola i colori dei ricordi senza tener conto di chi guarda. Faceva una strana impressione quella vita sparsa su decine di fogli di carta. Per un attimo, li osservò trasformarsi in crepitanti foglie autunnali traboccanti dei colori di fuoco e tramonti. Ognuna bisbigliava il ricordo del tempo dell’abbondanza, del calore del sole, del canto delle cicale, delle tempeste. Che strano effetto faceva quella vita di carta! Sospirava nel vento come qualcosa di diverso da lei, ma che di lei tutto sapeva. Tutto, eccetto quel nuovo frammento di anima che, nel silenzio proprio dei risvegli, ascoltava rapito il sussurro di un cuore di carta portato dal vento. Un cuore che aveva creduto infranto, perduto, svanito e che ora era lì, leggero e ampio quanto un respiro. Il ricordo del peso che lo aveva costretto era quasi dolce, impalpabile e potente. Qualcuno lo chiama “perdono”. Altri, meno sentimentali, preferiscono “passato”, ma per lei, che non sarebbe più appartenuta a quell’universo sparso tra i fogli, era solo “una vita tra tante”.

Alice Rocchi per @tantipensieri
Foto: Once Upon A Time © Kirsty Mitchell

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