Il pensiero di Alex: “La frazione del pane” di Diego Bertelli (Alessandra Corbetta/@alexcorbetta)

La frazione del pane perché: il richiamo all’epurazione eucaristica; il bisogno di affidarsi all’inafferrabilità delle cose, per provare ad avere in cambio la propria presenza; l’amore lanciato come bengala di una salvezza non davvero sperata: sono queste le corsie che costituiscono il labirinto della poesia di Bertelli che, tra preghiera e carne, si auto-incastra nel gioco di parole in cui le rime e le figure retoriche di suono divengono la contropartita necessaria all’eco del vuoto, avvertito prepotentemente dall’autore. La perizia nella costruzione del verso è la lama in bilico sull’accordarsi o no un’altra possibilità, quella definitiva: esiste una poesia, un dio, un amore capace di darcela? O siamo noi, forse, ad avere ancora quel manico tra le mani?

 

Accoglimi perché sia mensa,

almeno l’acqua e il pane prima dell’impasto;

cancellami per farmi niente, 

bruciami d’amore prima e dopo l’amen

pronunciato sul tuo corpo

e tienimi in ginocchio, perdona le mie mani

che non hanno tatto al tocco del tuo corpo:

che io mi sciolga in bocca e tu mi deglutisca;

partisci l’assoluta mia mancanza di presenza

e prima che raggiunga il fine mio d’amarti,

sia quello tuo d’amarmi:

tu che dentro me mi salvi.

 

La poesia è tratta dalla raccolta L’imbuto di chiocciola (Edizioni della Meridiana, 2005)

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