Un grido muto

Nubi nere scivolavano via verso un orizzonte indefinito e restava in un silenzio, denso, non aveva più le forze neppure per sollevare lo sguardo, voleva rimanere in quel niente infinito.

Stasera non aveva voglia di scrivere, a dire il vero vorrebbe solo urlare, si sentiva come quando piangi, piangi e piangi ancora, talmente tanto che i singhiozzi ti si fermano in gola come un grido muto e gli occhi fanno tanto male. Ecco, come era stasera. Un grido muto, esattamente questo era.
Un groviglio di cose incastrate tra la gola e il cuore che si stavano ammassando, tanto da formare un dolore che neppure il pianto riusciva ad annullare era come se all’improvviso avesse ricevuto una pugnalata alle spalle, in quell’intermezzo che corre tra le due scapole arrivando fino al centro del cuore. Lì proprio lì è stata uccisa, hanno colpito il cuore, centrandola alle spalle.
Scendono piano le lacrime e il respiro è un anelare senza suono, perché il dolore è stato immenso ma la sorpresa lo è stata altrettanto.
Così adesso vuole solo aspettare che arrivi la quiete, quella che avvolge quando le forze si sono dissipate. Le lacrime scendono piano, il corpo immobile, gli occhi piantati lassù, fissi sul soffitto.

E non c’è più.
Morte… Nel cuore, nell’anima, in tutta se stessa.
Finita.
Un desiderio infantile l’accarezza, la speranza che qualcuno possa arrivare a stringerla al petto a cullarla nell’amore più puro. Ma non accade nulla, c’è sempre e solo lei ancora una volta. Si raggomitola su un fianco, sente freddo, poi un velo sfinito chiude i suoi occhi gonfi e la porta piano piano nel sonno.
E solo allora può tornare anche ai sogni…

È un sogno e solo questo resta.
Il ricordo di un sogno che scivola tra le dita come la sabbia e mi si cosparge addosso come fosse salsedine.
Mi ha ridestata con un bacio
E poi mi ha rinchiusa nelle celle oscure di un palazzo senza nome.
Chi era?
L’ombra di un uomo senza armatura
Il rumore di pioggia che cade e non c’è più niente, solo un gelido pavimento di pietra e una finestra di sbarre.
Tutto questo è la mia casa ora.
Vestita di uno straccio sbrindellato morirò nella fuga, correndo nella libertà di un anelato istante di batticuore.
La sento poi la freccia entrare nel mio cuore mentre immobile su un prato sconosciuto guarderò il sole e le nuvole sentirò la pioggia contro i miei occhi e nei miei occhi.
Ho vissuto per amare
E ho amato tanto
Chè l’amore mi ha uccisa
Adesso danzerò nei miei sogni
Di morti danzanti
Solo per me

 

Marinella per @tantipensieri
Immagine dal web

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