L’infinito amore

Sto per fare una figuraccia, ma  è solo da pochi anni che ho appreso della giornata dedicata ai nonni. Trovo che sia una cosa bellissima. C’è quella per la mamma e per il papà. E i nonni? Sono  figure fondamentali sotto tutti gli aspetti. Fonti di esperienza e saggezza oltre che di amore. Un amore senza limiti,  moltiplicato all’ennesima potenza. Al giorno d’oggi poi, sono un aiuto  anche materiale e indispensabile. La vita è frenetica, sempre più di corsa,  con impegni, di lavoro e non, che ci inghiottono senza pietà. A chi affidare i propri figli,  con la massima tranquillità, se non ai nonni? Sono tenerissimi quando spingono il passeggino e chiacchierano con i nipotini troppo piccoli per rispondere. Hanno un sorriso così bello e dolce quei nonni. Chi prepara il pranzo ai nipoti che tornano da scuola,  quando i genitori sono fuori tutto il giorno per lavoro? Naturalmente i nonni! E chi fa la lasagna più buona del mondo o le ciambelle di carnevale più morbide?

Io ho avuto la fortuna di conoscerli tutti. A dire il vero sono cresciuta a pane e nonni, li avevo tutti e quattro vicino casa. Nonna materna mi stupiva con i suoi proverbi, uno per ogni occasione e suo marito, che costruiva a mano botti in legno, lo rivedo ancora a cavalcioni di un attrezzo il con il quale piallava le doghe. Negli ultimi anni di vita, la testa non lo assisteva più tanto bene, ma non aveva dimenticato assolutamente il suo mestiere. Il nonno paterno era un omone alto , un po’ severo, di poche parole e sua moglie, nonna paterna,  mi raccontava sempre di suo padre morto in Sardegna e seppellito li, e ogni volta piangeva per questo.    Purtroppo non li ho più da molti anni. L’ultimo che se ne è andato è stato quello materno. Ricordo che andai a trovarlo con mia figlia in braccio. Era un giorno di  gennaio e la bimba aveva due mesi di vita. Lui le sorrise, con un’aria un po’ assente. A febbraio ci lasciò.

Solo quando è nata la mia prima figlia, con la giusta maturità, ho veramente capito quanto amore possono  contenere i cuori dei nonni. A seguito di un cesareo in urgenza, sono rimasta a letto per tre giorni senza potermi alzare. In quell’ospedale le culle dei bimbi erano posizionate accanto al letto della loro mamma. Mia madre mi è stata vicina giorno e notte, senza mostrare stanchezza. Ma non si è occupata solo di me. La bambina non era proprio tranquilla, piangeva in continuazione, ma lei la cullava, con una calma magica. E le parlava sottovoce, sorridendole, con gli occhi stracolmi di amore per la sua prima nipotina. Non lo posso dimenticare.

Insegnamo ai nostri figli ad amare i nonni, anche quando ci sono attriti in famiglia, o quando  diventano vecchi,  si lamentano e ci fanno perdere la pazienza. Sono un bagaglio di vita che sarebbe un peccato non avere!

@borghettana  per  @tantipensieri
Immagine dal web

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