La dieta: il lato oscuro del cibo

Facile parlare di cibo, di vino, di birra, di ricette, di programmi di cucina… facile. Altrettanto facile pensare “Questo voglio provare a farlo“, “Quando vengono Tizia e Caio voglio provare a cucinare io!” (tanto Tizia e Caio sono antipatici e se si trovassero male… tanto meglio!). Non così facile è riconoscere che ci si è fatti prendere la mano e si è mangiato come dei porci, arrivando al momento in cui ci si deve arrendere alla dieta. Ogni medaglia ha il suo rovescio e la dieta è il lato oscuro del cibo.

Innanzitutto, è curioso notare come il fatto di mettersi a dieta, in generale, per la donna è una scelta, mentre per l’uomo è una scelta… della donna. Una donna lo fa perché si vede grassa anche se nessuno riesce a capire dove siano quei fantomatici chili di troppo, perché non entra più nei vestiti della Barbie con cui giocava quando aveva 5 anni o magari perché lo sguardo dell’amica che non vedeva da tempo, che nel frattempo ha sposato un megamiliardario e che non fa un cacchio tutto il giorno se non andare in palestra, ha fatto scattare lo spirito di competizione.

Non che l’uomo non sia competitivo, per carità. Però se vede uno con la tartaruga, sapendo di non poter mai raggiungere certi livelli, la butta sul ridere, sostenendo (Homer docet)  di essere maggiormente in grado di resistere alle carestie. Se un abito comincia a stringere non si pone il problema fino al giorno in cui si trova in tribunale perché il bottone saltato dalla camicia ha ferito gravemente un passante. Io stesso, se mi dicono che sono in forma, tendo a rispondere che, in effetti, “…tondo è una forma“. Una filosofia di vita estremamente zen, che fila liscia come l’olio.

Finché sei single.

Nel momento in cui l’uomo si accoppia (cioè, non nel momento in cui lo sta facendo… zozzoni malpensanti!!!)… insomma, nel momento in cui è fidanzato, convivente, sposato, ecc, tutti questi principi crollano. Miseramente. Come un palazzo costruito su fondamenta di wafer. La donna, inizialmente, prova a farlo ragionare sulla necessità di mettersi a dieta per motivi di salute; poi, quando capisce che questo non attacca, passa a calcare la mano sull’autostima. Qualora anche questo pungolo dovesse rivelarsi inefficace, si vede costretta a ricorrere al gesto estremo. Nella sua mente, i personaggi di Inside Out tirano fuori i codici segreti per dare il via alla rappresaglia definitiva: “O ti metti a dieta o questa la vedi solo su YouPorn!“. Ed ecco che, come per magia, l’uomo prende coscienza di se stesso, realizza quanto sia importante pensare al futuro. Ma soprattutto capisce che rischia seriamente di far ripiombare la propria vita sessuale ai livelli di quando aveva 15 anni. 

E quindi, che dieta sia.

Il problema vero, però, nasce adesso. E lo dico seriamente, lavorando, in un certo senso, nel settore. Perché troppe poche persone, ancora oggi, al momento di iniziare una dieta, si rivolgono ad uno specialista, uno di quelli che nel loro studio possono esibire quel foglio… quello stampato su quella carta un po’ particolare… spesso anche con dei fronzoli vicino alla cornice… come si chiama? Ah, sì, la laurea. Abbiate pazienza, ma a furia di vedere quanta gente si improvvisa nutrizionista senza averne neppure mezzo titolo sto perdendo la memoria.

La maggior parte delle persone si affida alle “diete” delle riviste, incoraggiata da orde barbariche di amici che confermano dimagrimenti inauditi (ma più che altro dimostrando di non capire la differenza tra perdita di liquidi e smaltimento dei depositi di grasso). E allora via alla dieta del limone (che funzionerebbe se uno lo usasse per tapparsi la bocca e non mangiare), quella del cavolo (nomen omen), quella della pizza (che è una bufala come l’omonima mozzarella), quella del minestrone (che intristisce già al solo pensiero e ti fa voglia di optare direttamente per la liposuzione). Chi più ne ha più ne metta. Tutti alacremente all’opera per essere in forma per la prova costume.

Se non fosse che siamo ad aprile e quindi l’unico modo per raggiungere l’obiettivo in tempo è farsi segare a metà (per davvero, non da un illusionista).

Bon appétit.

Lello (@lellskitchen)

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