Dove porta il vento – parte prima

Il vento soffiava gelido; un freddo tagliente, un freddo che si insinuava fin sotto la gonna nonostante il pesante cappotto. Un berretto a proteggere il capo, una sciarpa per tener caldo il collo, i guanti.

Folate improvvise le oscuravano la vista, la massa composta principalmente da foglie secche e pezzi carta raccolti sul marciapiede la colpiva in viso.

Non vedeva nulla in quella strada deserta, la fioca luce dei lampioni aiutava a malapena a non finire in qualche buca. Nessuna finestra era illuminata, in quella strada erano quasi tutti uffici, quindi nessuno a far tardi che la facesse sentire meno sola.

Ma non aveva paura, era solo terrorizzata.

Continuava a camminare, voleva mantenere il passo rapido e deciso, anche se le forti raffiche le facevano perdere l’equilibrio.

Era terrorizzata, ma non poteva fermarsi, non poteva cedere alla paura. Stringendosi le braccia al petto per sentirsi più sicura continuava ad avanzare, era sola, sola in quella maledetta strada deserta che pareva senza fine.

Svoltò l’angolo, il vento era meno forte, forse per questo udì dei passi, le sembrò di udirli. Si fermò, tirò su il collo del cappotto, si girò di appena pochi gradi. Non c’era nessuno, o forse qualcuno la stava seguendo ma era ancora dietro l’angolo.

Riprese a camminare con passo svelto, fu quando usci dal cono di luce del lampione che scorse l’ombra, addossata al muro, di profilo; un uomo con un cappello inclinato in avanti, una gamba obliqua, l’altra con il piede poggiato al muro, stava facendo delle nuvole azzurrognole di fumo mentre lo sguardo era rivolto in terra.

No, si disse, non ho paura.

No, non ho paura, continuava a ripetere per farsi coraggio, stringendosi sempre più forte nel suo cappotto.

La vista di quell’uomo l’aveva terrorizzata ancora di più, ma non aveva scelta, doveva continuare a camminare. Si stava avvicinando, quando fu a pochi metri da lui, lo vide muoversi, si spostò dal muro e gettò la cicca in aria poi si girò verso di lei. Le ultime spire di fumo aleggiavano intorno al suo viso, in quella poca luce il suo aspetto era ancora più inquietante, il terrore aumentava, il cuore sembrava esploderle nel petto. Una risata diabolica ruppe il silenzio, poi quella voce “Cosa ci fai qui da sola?”.

Era certa che l’uomo non avesse urlato, ma nella sua testa il suono era altissimo, le parole rimbalzavano come schegge impazzite dopo un’esplosione. Si fermò, non voleva farlo, ma le gambe erano come paralizzate, il vento soffiava più forte adesso, e lei non riusciva a muoversi.

Si fece coraggio, partì con passo incerto, poi sempre più decisa, gli passò davanti, lo ignorò anche se temeva che l’uomo la potesse fermare o afferrare, invece non successe nulla, solo quel fumo le annebbiò per un attivo la vista.

Ormai era alle sue spalle, aveva preso coraggio, a volte la paura ti dà la forza, una forza inaspettata, una forza che non credi di possedere.

Ma non era finita, più avanti, passeggiando avanti e indietro dal ciglio del marciapiede verso il muro, una donna; una gonna nera, un lungo spacco, calze nere, una giacca rossa con gli alamari sulle spalle, un buffo cappello a bombetta con una piuma. Rideva, come se ascoltasse una storia divertente, muoveva una piccola borsa in un atteggiamento inequivocabile.

Non aveva paura di quella donna, anzi ne era incuriosita, rallentò il passo per osservarla meglio, lunghi riccioli neri uscivano disordinati dal cappello a far da cornice al viso, le labbra rese ancora più carnose dal rossetto rosso, due grandi occhi scuri troppo truccati forse, troppo tristi, in contrasto con l’immagine che rappresentava.

Per un attimo le venne in mente sua madre, anche lei aveva sempre lo sguardo triste che cercava di nascondere con l’atteggiamento ribelle. Quando le passò accanto non poté fare a meno di sorriderle, non aveva paura in quel momento e si sentiva un po’ meno sola. Affrettò nuovamente il passo, solo il vento e il freddo a farle compagnia adesso. Svoltò in un piccolo vicolo, la luce dei lampioni faceva fatica a penetrare in quello spazio stretto fra i palazzi, ma decisa continuò a camminare.

Sul lato destro vide due figure, sedute con le spalle al muro, le gambe piegate le braccia strette intorno alle ginocchia, non riusciva a distinguere chi fossero, se uomo o donna.

to be continued

by @danpuzzle72 e @Conte27513375

Condividi

Leave a comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.