Fine alla fine del mondo (parte prima)

Mi direte poi se avete mai sentito una così bella e tragica storia d’amore.

Siamo nel 1340, Don Pedro, erede al trono del Portogallo, sta per sposare Costanza di Castiglia.

La principessa giunge a Coimbra con il seguito del quale fa parte Inês de Castro, sua coetanea, amica e dama di compagnia. Costanza non è bella, Inês è splendida. L’erede al trono ne resta abbagliato e Inês finisce con il ricambiare il suo amore.

Pedro avrà figli con entrambe, Costanza conosce la storia con Inês e soffre in silenzio. L’ultimo nato dal matrimonio, quello che diventerà Ferdinando I il Cortese, porterà alla morte la povera Principessa.

Ma regolarizzare il rapporto con Inês è impossibile, il re non acconsente per la nascita spuria di Inês (era figlia illegittima di Pedro Fernández de Castro, signore di Monforte e Sarria e nipote, da parte di madre, del re di Castiglia). Allora Pedro si trasferisce da lei e la storia potrebbe finir qui, se non che…

I consiglieri premono sul re Alfonso IV perché metta fine allo scandalo; Pedro fa orecchie da mercante e continua a vivere la favola dell’amore con Inês in compagnia dei loro tre figli.

Passano dieci anni, i fratelli di Inês venuti al suo seguito stanno imperversando nel Paese, sono prepotenti, il re non sa come arginare la situazione. I tre consiglieri più fidati, Alvaro Consalves, Diogo Lopez Pacheco e Pedro Coelho, suggeriscono di togliere dalla circolazione Inês, la pietra dello scandalo.

Il povero Alfonso IV va di persona da Inês e la mattina del 7 gennaio del 1355 si reca nell’antica casa di Isabella d’Aragona, dove la coppia vive. Pedro è assente, Inês riceve il re piangendo, circondata dai suoi figli. A quella vista Alfonso IV non ha il cuore di porre in atto i suoi propositi e se ne sta per andare quando i consiglieri gli ricordano il pericolo rappresentato dalla donna e dai suoi parenti e gli strappano il consenso alla soppressione della sfortunata.

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Rappresentazione del pittore Karl Briullov (1799-1852) l’omicidio di Ines de Castro.

Nel giardino della casa di Coimbra, che da quel momento si chiamerà Quinta das Lágrimas, Villa delle Lacrime, Inês viene pugnalata. Scena drammatica e meravigliosamente descritta da Luís de Camões (il Dante portoghese) ne “Os Lusíadas”. Nel giardino un ruscelletto sgorga da una rupe e un cedro porta una targa che recita: “Eu dei sombra a Ignez formosa”, ho dato ombra a Inês la bella.

Don Pedro impazzisce: sobilla le popolazioni del Nord contro il padre e inizia una terribile guerra civile, distruggendo tutto ciò che incontra sul suo cammino, le ricchezze stesse di quello che dovrà essere il suo regno. Al termine della breve guerra civile fa pace con il padre che lo costrinse a perdonare gli assassini della moglie.

Nel 1357 Alfonso IV muore, Pedro è re e può sfogare finalmente la sua rabbia.

I tre che avevano suggerito l’eliminazione di Inês sono fuggiti, mettendosi sotto la protezione del re di Castiglia che prova rancore verso Pedro per i torti fatti alla defunta moglie Costanza.

Ma Pedro è stato previdente, ha fatto arrestare un gruppo di rifugiati politici castigliani e propone al re spagnolo uno scambio: un congruo numero di pericolosi nemici della corona castigliana contro tre soli uomini. Il re di Castiglia accetta, sfuggirà solo Diogo Lopez Pacheco.

Al rientro in Portogallo Alvaro Consalves e Pedro Coelho sono rinchiusi nella prigione di Santarem in Estremadura e apparentemente dimenticati.

Pedro, già chiamato il Giustiziere (per la storia sarà il Crudele), ha radunato i migliori artisti e sta facendo preparare all’interno del Monastero di Alcobaça due monumenti funebri come mai se ne sono visti fino a quel momento.

E di nuovo, fin qui vi potrà sembrare una storia come tante, di quelle che hanno sempre riempito i libri di storia e i romanzi o poemi cavallereschi. Ma non è così…

to be continued

By Sthepezz

@Conte27513375

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