L’amore ai tempi della chemioterapia – Pt. 1

(Immagine: A-Mors , Pautiero )

Ricordo i giorni dopo il trapianto di midollo osseo.
Era Settembre del 2011. Doloroso, la pelle bruciava, si lacerava e si staccava dal corpo. L’urina era rossa scarlatta e spaventava alla vista . Il cibo non aveva gusto. Le gambe non reggevano i miei passi. Dosi massicce di corticosteroidi che creavano in me sbalzi d’umore, stati confusionali, insonnia e allucinazioni. Ricordo ancora che vidi “The Milionare” sdraiato sul mio letto con mia sorella accanto che, immancabile, si prendeva cura di me. Il film parla di un ragazzino povero indiano, il quale partecipa al famoso quiz televisivo “Chi vuol essere milionario?” e, tra una domanda e l’altra del presentatore, si sviluppano vari ricordi d’infanzia del protagonista, un’infanzia difficile, tra povertà e un fratello invischiato in affari con la mafia indiana. Ed io avevo le allucinazioni su quest’ultimo aspetto: le torture della mafia indiana su di me. Mi sembrava reale il fatto di vedermi tagliare un dito con una sega elettrica, o che mi strappassero le unghie. Era come vivere in un incubo e sentirlo fisicamente. Era estenuante, ho pensato più volte di togliermi la vita.

A tutto ciò si aggiunse il fatto che io fossi in un luogo nuovo, in una casa non mia. Son dovuto “salire” a Milano per curarmi la leucemia, lasciando così tutte le sicurezze e le abitudini che avevo nella mia amata-odiata Salerno. Solo per sopravvivere.

La mia ex fidanzata era lì. Accanto ai miei cari familiari ed i miei amici. Ha sofferto con me, ha visto  la sofferenza  nei miei occhi, negli occhi di una persona che aveva amato e  che non riusciva a vederla star male. Non era pronta a tutto questo eppure tentava di affrontarlo con forza.
Non poteva esserci sempre. Riusciva a mettersi i soldi da parte e prendersi qualche giorno di festa dal lavoro almeno una volta al mese, per raggiungermi a Milano. Quando c’era lei con il suo sorriso, io ero felice, nonostante i dolori inflitti dalla malattia. E questa sua vicinanza nel momento della malattia forse mi stava facendo innamorare di nuovo. Semplicemente perché dava, senza chiedere nulla in cambio.

 Ma per farvi capire meglio la mia storia, devo tornare indietro di qualche mese.

Era Gennaio 2011.

Erano passati ormai circa 4 mesi da quando la ragazza di cui parlavo prima, mi allontanò dalla sua vita. Non c’era più desiderio da parte di entrambi, fu giusto così. Ed io, come ora, non l’avevo mai dimenticata. Non si dimentica mai una persona con cui hai provato forti emozioni, nemmeno i cuori più duri ci riuscirebbero. Si smette di star male, ma non si dimentica.


Così mi misi al piano. Era la fine di Gennaio e decisi di registrarmi mentre tentavo di suonare e cantare Replay di Samuele Bersani. Lo caricai su Youtube. Mi vergogno tanto di quel video, perché esce fuori tutta la mia goffa sensibilità.

Dopo aver registrato il video e caricato online, glielo inviai tramite Facebook. Ero molto combattuto, ma lo inviai lo stesso, non pretendendo nulla in cambio. Volevo solo farle sapere che non mi ero dimenticato di lei. E la risposta fu inaspettata quanto sperata: “E’ bellissima cantata da te”. Sapevo che era cantata male, stonavo anche. Lo sapeva anche lei, ma disse lo stesso che era bellissima. Forse un po’ perché le mancavo anch’io,o forse non volle farmi sentire inopportuno. Non le risposi, mi bastava sapere che fossi ancora nei suoi pensieri.

Una settimana dopo mi ricoverarono in ospedale. Avevo febbre alta, dolori alla schiena e vomitavo sangue.

(cotinua…)

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