Per innamorarsi basta un’ora

Innamorarsi. Che parola. Fa paura? Fa sognare? Che amore sarà? Un fuoco fatuo? O ci arderà le vene? Può una canzone racchiudere tutti questi sentimenti? Io dico di sì. Vediamo come:

Siamo agli inizi degli anni ’80 e mentre stanno finendo gli anni di piombo, in Italia, al Festival di Sanremo che passa puntuale, da 68 anni, sugli schermi televisivi, vincono due canzoni molto diverse, entrambe però parlano d’amore.

Nel 1981, per la precisione, alla trentunesima edizione del Festival della Canzone Italiana, al primo posto si piazza Alice con Per Elisa (testo e musica di Franco Battiato) e al secondo posto Loretta Goggi che interpreta magistralmente un testo che pare cucito addosso per lei, la canzone è Maledetta Primavera.

La Primavera, che bella stagione, molti la definiscono la stagione dei risvegli, la stagione giusta per fare tutto, la stagione perfetta per innamorarsi e infatti, il testo della canzone della Goggi se da un lato parla d’amore, dall’altro parla anche di un’avventura. Come spesso accade, ieri come oggi, l’avventura finisce e, nonostante sia stata voluta, cercata e perfetta, resta un po’ di delusione, infatti il testo dice:

 

Che resta di un sogno erotico se

 al mattino è diventato un poeta

 se a mani vuote di te

 non so più fare

 come se non fosse amore

 se per errore

 chiudo gli occhi e penso a te.

 

il sogno erotico che si trasforma in amore e che, ad occhi chiusi, ti fa sperare e sognare che quell’incontro diventi per sempre.

E invece così non è, la maledetta primavera è l’imbroglio, ti illude ma ti lascia a mani vuote.

La canzone, per la generazione dell’epoca ed anche per chi, ancora oggi resta ancorato a testi perfetti come questo, rappresenta davvero un inno, tanto da farci canticchiare al primo raggio di sole di primavera, tanto da far pensare se:

 

 per innamorarmi ancora

 tornerai

 maledetta primavera

 che imbroglio se

 per innamorarmi basta un’ora

 che fretta c’era

 maledetta primavera

 

La Primavera ogni anno torna, torna puntuale a scaldarci, peccato che non sempre torni per farci innamorare o più semplicemente per farci avventurare in una notte di passione, in una notte di primavera.

Che resta dentro di me

 di carezze che non toccano il cuore

 stelle una sola ce n’è

 che mi può dare

 la misura di un amore

 se per errore

 chiudi gli occhi e pensi a me.

 

La canzone si chiude con una flebile speranza, speranza vana di un amore che non tornerà o forse tornerà ma sarà già autunno.

Perché l’amore si sa, non ha senso a volte, non ha tempo a volte, non ha regole a volte e potrei continuare…

@arica72 per @tantipensieri

Immagini e video dal web

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