I doni della memoria @alicerocchi3

La finestra incorniciava un paesaggio quasi vuoto, un frammento di cielo attraversato da una corona di pioppi tutti in fila, come scolari.

L’inquadratura era sbilanciata, non corretta secondo i canoni della pittura, eppure quel frammento incompleto le lasciò un’impressione più viva e profonda di qualunque capolavoro delle arti visive.

La danza disordinata delle fronde le ricordava quella che per anni aveva salutato il suo rientro a casa. Il vento, giocando tra i rami, rivelava così la sua presenza e pareva esclamare «Bentornata!» col vispo ondeggiare delle chiome dei pioppi.

Tutto ciò avveniva ogni giorno, specialmente d’estate, entro la cornice della finestra della sua stanza e si accorse solo allora che di quel saluto senza parole sentiva la mancanza.

Che cosa curiosa la memoria! Accumula in segreto montagne di dettagli di cui ci è sempre sfuggita l’importanza e poi, senza alcuna ragione apparente, ne sceglie uno dal mucchio e ce lo restituisce assieme a una parte di noi che avevamo accantonato.

Perché ricordare? Perché proprio questo? Perché proprio adesso?

La memoria non concede mai spiegazioni. Non bussa, consegna e scompare.

A noi non resta che trattenere il fiato col suo dono tra le mani, una lacrima all’angolo degli occhi, un calore dimenticato che si irradia dal petto.

 

Alice Rocchi

Caspar David Friedrich, Donna alla finestra, 1822 – Foto dell’autrice

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