Coloro che non ricordano

Il respiro non è che abitudine.

Lo sguardo vaga senza posa, non trova dimora a cui far ritorno, né un orizzonte su cui riposare.

Il vento è una corrente senza voce, la terra una spinta che dal basso si oppone, l’acqua un riflesso d’apparenze distorte.

Il fuoco? Non va sfiorato.

Il sole? Non va fissato.

Bevono sorsi di noia e non provano mai sete, inghiottono bocconi di niente e non conoscono appetito.

Sono la mancanza di un profumo che non sanno di bramare, la sete che non sanno di provare, la fame che digerisce se stessa e non conosce sapore.

Dicono di avanzare e non varcano mai i limiti che hanno ereditato.

Vagano tra montagne dorate di rinunce e bagliori di desideri suggeriti.

Percorrono pensieri già battuti su cui nulla di nuovo cresce più e non ricordano la sostanza da cui provengono, né il sogno che li ha generati.

Si credono finiti, hanno fede nei confini che hanno inventato e preferiscono la gelida solitudine della folla al calore del silenzio.

Li abbiamo lasciati partire, li vedremo tornare. A volte, qualcuno ci fa visita prima del tempo e in fondo al silenzio trova qualcuno in attesa. Allora discutiamo del vento, della terra, dell’acqua, del fuoco, del sole e di tutto ciò che valga la pena d’essere ricordato.

Alice Rocchi per @tantipensieri

Foto dell’autrice

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